L'apparente che appare, il surrealismo fantastico. Le immagini si formano spontaneamente
Il quadro, rappresenta l'apice della mia ricerca artistica surreale orientata nel cercare di produrre immagini libere dal segno, da un confine, da un progetto già dato con il disegno.
L'APPARENTE CHE APPARE, 2007, Acrilico Su Tavola D'abete, 39 x 88 cm |
L'estenuante lavoro di colmare le campiture create dal disegno con un colore piatto e omogeneo sono del tutto sorpassate in L'apparente che appare, dove le immagini invece, si sono formate spontaneamente, scaturite dal supporto stesso attraverso spontanee campiture di colore.
JIL ATTRAPPE LES POISSONS, 1998, acrilico su tela, 48x205 cm, particolare |
Jil attrappe les poissons del 1988, infatti è realizzato ancora con un disegno d'inizio sulla tela.
Lo si percepisce.
E' un'immagine prodotta dal colore dopo un disegno, un disegno che già di per se era appagante.
(e anche se le linee sono morbide, lontane da uno spirito rigorosamente geometrico, l'ispirazione e la tendenza sono tipicamente dedicate a Molinari)
Una ricerca di tipo Surfanta
Scaturiti dal supporto stesso attraverso la disposizione tipo collage di campiture di colore diverse, nell'Apparente che appare, le immagini hanno saputo costruire non solo il soggetto, ma un intero contesto costruttivo emozionale.
Una ricerca di tipo Surfanta, godere dell'atto di generare, seguendo la trasformazione di un'immagine che si manifesta istantaneamente, senza l'ausilio del razionale, per dare voce al profondo.
Solo il colore e il suo mondo fantastico possono creare quel che non c'è ed esiste perchè è percepito, immaginato e generato in un'immagine.
La partecipazione del caso, che da sempre caratterizza le mie opere, crea continuamente immagini e situazioni figurativamente impensabili, dettate dalle cose stesse e dal movimento intrinseco del colore.
Il codice a barre, posto alla base, lo testimonia. La tavola d'abete acquistata, ha già subito una trasformazione. Una volta era un abete ed ora è un quadro ma come un albero, rimane piantato e fissato, in un'immagine.
Pittura surreale tipo surfanta, non c'è il segno, c'è il sogno
Divertente questo gioco che man mano si dispiega
e per primo, il ricordo ti ricorda la gabella,
la tassa:
quanto devi pagare? quanto?
L'ETICHETTA? perchè?
L'errato giudizio del presente marchiato su di te e sugli altri, il tuo prezzo, convenzione virtuale che ci portiamo dietro da secoli
596 eurodecisi.
E a destra
il fuoco che E' :POSTO NELL'ERRORE CONTINUO.
Piu' in su il cielo diventa.
"NON NECESSITA" e aggredisce "CHE APPARE"
e più in su "L'APPARENTE".
L'apparente che appare è nella spalla.
e li che appare.
"IL VISO
UNA ZONA DI COLORE E OMBRA
DOVE GIACE IL PENSIERO"
"PENSARE" sta anche attaccato a NON NECESSITA e si congiunge con "LA FONTE CURIOSA DI CREATIVE GESTA"
E il mio sguardo ritorna all'etichetta, e lì vicino non avevo scorto "UNA VOLTA ERO UN ABETE"
E SOPRA LA TESTA, A PARTE LA MIA FIRMA AL CONTRARIO, NON RIESCO A DECIFRARE
è un eruzione
A sinistra invece appare chiaro: case abitate nel fumo.
plumbeo e pesante il cielo, che dopo un traliccio si distacca di netto e cambia forma tingendosi di rosa fino all'alto con un messaggio
"E VIA VIA LE COSE DIVENTANO PIU' DEFINITE"
Questo messaggio sta su un braccio nero e rosso che io vedo a sinistra ma per il quadro è a destra.
L'apparente che appare. Acrlico su tavola d'abete. 2007 Il quadro è stato esposto la prima volta al B4, Milano, nella collettiva L'Apparenza, curata da Start Art. |
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